lunedì 20 ottobre 2008

Cosa spinge a vivere di rendita?

Vivere di rendita è un sogno diffuso, di fronte a un disagio crescente.
Nato come utopia negativa, diviene desiderio di progetto.
Strategia individuale, ma anche idea di indipendenza e benessere, suggerimento per un comportamento collettivo, più lento profondo e soave.
Il meglio della cultura umana ci ha chiarito che è bene voler vivere con ciò che si ha e con quello che può offrire il mondo e la nostra pacifica conoscenza e relazione con esso, senza pulsioni di conquista e ansie di accumulazione.
Ha detto Aristotele: “Lavoriamo per avere tempo libero
Che ne dite ? Cosa vi spinge a voler vivere di rendita?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Cesare (sul blog il "lei" pare na cafonata),
innanzitutto complimenti per il libro, che ho letto con un certo interesse e con grande divertimento.
Il tema mi è familiare, giacchè sono quasi al termine di due splendidi anni sabbatici(+1)vissuti con rendite finanziarie (i risparmi di pochi anni di lavoro discretamente retribuiti), rendite commerciali (qualche agenzia) e familiari (i fratelli impietositi mi commissionano lavoretti e progettini).
A questo ha corrisposto una forte riduzione della spesa: una positiva "delocalizzazione" (Cina) e un tenore di vita da post-erasmus (e soprattutto non più borghese da città di provincia: considera che nell'ultimo anno a casa ho avuto 12 matrimoni...).
Certo ho ancora fortissimi "virus" da regazzetto viziato che non ha mai avuto problemi di budget (in passato): prendo la metropolitana per risparmiare 0.80€ di taxi, anche nelle terribili ore di punta in People Square, e poi mi accorgo che ho pagato sky per quasi due anni per niente, visto che quando torno a casa quelle 2 volte all'anno non mi metto certo davanti al televisore (anche perchè le trasmissioni Cinesi hanno favorito un mio totale e salutare distacco dalla TV).
Molto da fare dunque, per raggiungere un consumo sostenibile...
Ma va bene così... questi anni sono stati un lusso che mi sono concesso e del quale mi sarò sempre grato. E mi hanno fatto capire che non per forza la vita è fatta per massacrarsi in ufficio, in una perenne lotta per mostrare di essere i piu bravi, i primi della classe: i piu accaniti lavoratori.
Nella vita c'è altro. Un amico contento per il tuo consiglio, una relazione sentimentale coltivata con più attenzione ed energia, viaggi come quello di questa estate, 5 settimane per l'Indonesia (7 voli, posti fantastici e ogni confort, 1.600€ a testa), una mattinata spesa nella zona vecchia di Shanghai, o al parco, a commentare gli uccellini esposti, il ritorno in università, a studiare il Cinese, i viaggi di lavoro da business man dei poveri, più attento a chi ho di fronte, a cosa sto vivendo, che non a cosa sto comprando (ma questo non dirlo ai fratelli).
I richiami al dovere familiare mi richiamano in Patria, all'inizio dell'anno prossimo rientrerò.
Ma questa esperienza mi ha dato un altro punto di vista. E il tuo libro mi ha fatto capire che, con un po' di attenzione, fortuna, determinazione, ci si può organizzare in modo tale da porsi quantomeno l'obiettivo di una veloce ritirata dalla guerra.
Non immediata, perchè prima bisogna guadagnare l'indipendenza economica ed emotiva.
Certo ho ancora forti dubbi sull'opportunità sociale di una classe potenzialmente "dirigente" che decide di "non partecipare".
Una cosa è il consumo sostenibile, personale e di sistema, finanziario e ambientale, altra è il "non gioco più".
Beninteso, non è il tuo caso, per esempio: se hai la fortuna, intelligenza e fantasia per inventarti una vita ritirata (non improvvisata ma guadagnata e ben progettata) e nel frattempo contribuisci con la consulenza e la scrittura, non ho dubbi.
Si faccia!
Ma non tutti hanno la stessa fantasia, il coraggio, il talento, una professionalità spendibile part-time...
In quei casi, ancora non mi convince l'adulto giovane che tira i remi in barca(anche se mi piacerebbe continuare ad esserlo ancora per un po). Dal punto di vista dell'etica sociale, tutto qui.
Perchè contribuire alla nostra Casa Europea non significa necessariamente post-colonialismo e imperialismo. Non è in contrasto con la giustissima crescita del sud(est) del mondo.
Credo che, proprio per gli errori fatti (e che molti continuano a fare), gli Europei abbiano molto da insegnare, e purtroppo oggi nessuno ascolta più l'anziano (in Cina meno che da noi, nonostante il pregiudizio positivo). Nessuno ascolterà più l'anziana Europa.

Ma quanto parlo?

Ora basta, che anche il sabbaticante ha impegni e scadenze: oggi è il comleanno di un amico sino-italiano e c'è ancora il biglietto di auguri da scrivere!

Avrò modo di dare un'occhiata al tuo sito di consulenza, dove spero che gli aspiranti rentier come me possano trovare qualche consiglio gratis per non perdere subito tutto e rimandare di altri 20 anni il sogno di buon ritiro (che poi, non sarà che sono gli altri ad essersi ritirati dalla vita semplice, normale, sana, felice? non sarà che l'anziana Europa ci pensi lei ad insegnare al mondo, che io già tanto se imparo? mah...sono confuso)

Grazie per l'ospitalità, prometto che non ti arrivirà un romanzetto come questo ogni giorno paro...

in bocca al lupo e grazie ancora per il tuo libro

PS: ti mando il link del mio scalcinato blog (4 post in tutto, mi ricorda un altro blog...scherzo! tu hai appena iniziato, io da luglio..), non lo metto nella firma che non vorrei fare pubblicità indebita, per cui te lo lascio in questo PS, puoi cancellarlo prima di pubblicare il commento...se trovi 10 minuti... http://www.ilmog.com/

luca ha detto...

Carissimo Cesare

Ho appena terminato di leggere il tuo saggio.

Desidero complimentarmi per la gradevolezza della tua esposizione e l’originalità del contenuto.

Risulta evidente la tua partecipazione personale al tema.Per definire il mio concetto di vivere di rendita prenderei a prestito un verbo della lingua spagnola molto utilizzato in America centrale: “Gozar“.Per tutti coloro che, come me, sono stati influenzati dal caldo clima tropicale e dal ritmo compassato di un romantico bolero, l’espressione “Gozar” vuol dire gioire della vita e della sua sensuale bellezza. Utilizzare il tempo coltivando i propri interessi e vivendo in maniera più lenta e riflessiva è, a mio parere, un grande obiettivo: non c’è alcun ragionevole motivo di vergognarsene.Molte persone vivono con ansia di accumulazione, arrivismo e competitività nel lavoro senza comprendere la piacevolezza di un ritmo più naturale ed umano fondato sulla socialità e la condivisione. Lavorare dovrebbe servire a costruire un qualcosa di utile per la collettività oltre che a risolvere il “volgare problema”. La nostra società è sempre più fondata sulla crescita ed il consumo. Quasi la totalità degli economisti, politici , sindacati sostengono la necessità di crescere e di incentivare i consumi. Penso che l’idea paranoica di regolare le abitudini delle persone in funzione della macchina produttiva debba essere totalmente rivista e cambiata. Penso sia di vitale importanza ripensare al modello di sviluppo, cambiare lo stile di vita e fermare questo treno che sta correndo all’impazzata senza più conducenti. Dal mio punto di vista la macchina produttiva dovrebbe essere pensata e regolata in funzione delle necessità effettive delle persone. Penso che la decrescita sia ineluttabile ed anche auspicabile per la nostra salvezza. In questo senso voglio inquadrare il mio progetto di vivere di rendita. Grazie per avermi regalato questo tuo libro che, durante la pianificazione del progetto, mi aiuterà sicuramente a sentirmi meno solo.

Luca

Anonimo ha detto...

Gent.mo Cesare,
sono il collega che ti ha fatto autografare il libro all'ultima riunione Nafop. L'ho letto con piacere e l'ho apprezzato molto per l'originalità e la precisione con cui hai affrontato un tema complesso e con mille sfaccettature. Mi ha sorpreso non trovare una parte dedicata alle coperture assicurative rischio puro, che penso siano fondamentali in una corretta pianificazione finanziaria e volevo conoscere il tuo parere in merito.
Ho inserito il link al tuo blog sul mio neonato blog http://sosrisparmiatore.blogspot.com/ in cui vorrei trattare il tema della pianificazione finanziaria e previdenziale.
Un caro saluto
Michele