lunedì 20 ottobre 2008

Facciamo i conti...

A mio parere, la domanda più importante non è “di quanto patrimonio avrei bisogno?”,
ma “cosa devo fare?” e, in particolare: “di quanto reddito integrativo ho realmente bisogno, con la ricchezza che posseggo, per cambiare vita?”.
Per poter rispondere, io propongo cinque passi successivi, dopo ovviamente un check up iniziale sulla propria ricchezza. Essi riguardano rispettivamente lo stile di vita desiderato, il trasferimento intergenerazionale progettato, la durata prevista del progetto, la sistemazione del proprio risparmio e il rendimento reale atteso da esso, infine la considerazione sui redditi integrativi necessari per garantire la sostenibilità.
Dite la vostra!

3 commenti:

Cesare Valentini ha detto...
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Anonimo ha detto...

Ciao Cesare,
ci siamo conosciuti via mail ed ora rispondo al tuo invito di lasciare i miei contributi al blog. Fare i conti è sempre stata la mia specialità e da un pò di tempo, avendo capito l'importanza di controllare il conto economico della famiglia, lo è ancor di più. Il problema principale è come superare l'inerzia e la pigrizia che possono assalire allorchè ci si trova con una massa enorme di scontrini accumulati da registrare al PC (o su carta), per "riclassificare" le nostre spese e, soprattutto, capire se siamo in linea con il budget che ci siamo imposti. Vale a dire: stiamo rispettando o no le previsioni? Stiamo spendendo più o meno di quello che possiamo permetterci o abbiamo preventivato? Di questo passo stiamo risparmiando o dovremo indebitarci? Stiamo almeno preservando il valore reale del capitale? Io e mia moglie abbiamo superato il problema in maniera semplice ma molto efficace. Forse la stessa idea è venuta a tanti, ma se così non fosse allora vale la pena raccontarla qua. Per noi è stato il cosiddetto uovo di Colombo. Allora: se le nostre spese personali sono le più difficilmente controllabili (es: barbiere, vestiti, divertimento, cenette intime, musica e libri etc.), una volta stabilito che, ad esempio, desideriamo spendere non più di 5000 €/anno per tutto ciò (a monte di questa decisione ci sono considerazioni ovviamente personalissime e non generalizzabili), basta dividere tale budget annuo per 365, cioè il numero di giorni in un anno. Il risultato è quello che possiamo spendere ogni giorno. Se spendiamo di meno, otteniamo un "risparmio giornaliero" che va ad aggiungersi al monte eventualmente già accumulato e al contibuto (budget giornaliero) del giorno successivo. Se spendiamo di più, allora decumuliamo il montante sin qui accumulato, sino addirittura a poter "andare negativi". Ovviamente, tale sistema non solo è facilmente aggiornabile senza doversi portare a casa decine di scontrini da registrare chissà quando, ma mi permette anche, in ogni istante, di sapere come sto andando, semplicemente registrando su un foglietto (o su palmare, come faccio io) il saldo aggiornato. Sono sotto zero? Allora sto spendendo più di quello che posso permettermi, e nei prossimi giorni dovrò tirare un pò la cinghia fino a tornare in media, ciooè a zero. Oppure: Sono sopra zero e di quanto? Allora tutto bene, magari nei prossimi giorni potrò spendere un pò di più, sapendo comunque che sto rispettando il budget di spesa. A priori, è ovviamente necessario anche stabilire quali spese rientrano in questo budget, e/o quanti budget tenere. Io ne consiglio almeno uno per le spese giornaliere, uno per le spese straordinarie (beni durevoli come TV e computer, riparazioni domestiche etc.), uno per le spese ordinarie più grosse (il supermercato, la benzina). Poi ognuno adatti tutto ciò come preferisce al proprio tenore di vita. Gli accorgimenti più semplici e banali sono spesso quelli che aiutano di più. Del resto, anche per l'analisi più sofisticata abbiamo sempre bisogno di partire dai dati grezzi e la vera fatica, nella mia esperienza, risiede proprio nella raccolta dei dati, che richiede costanza e perseveranza. Questo accorgimento ci ha permesso di raccogliere i dati, e non è poco. Auguri a tutti.

Anonimo ha detto...

Buonasera,
Ho appena terminato di leggere il suo ultimo libro e mi è piaciuto un sacco.
Complimenti vivissimi.
E' proprio il sogno di molti vivere di rendita e, confesso, anche il mio, perchè mi sono proprio identificata nel prototipo della persona introversa e compiacente.
Se il carattere c'è, manca il capitale e l'età per vivere di rendita, penso.
Il mio reddito netto è di 18.000 euro annui e ho un capitale di 280.000 euro e ho 34 anni. Sto acquistando la prima (modesta casa). Non è ancora tempo di ritirarsi, ma penso che posso iniziare a seguire i suoi controlli, almeno sul controllo del conto economico.

Che ne pensa?

Distinti Saluti